C. Monet
Quando la parola si farà corpo
e il corpo aprirà la bocca
e pronuncerà la parola che l'ha creato,
abbraccerò questo corpo
e lo adagerò al mio fianco
Hezi Leskli, Quinta lezione d'ebraico", da I Topi e Leah Goldberg
Nel nostro mondo contemporaneo sembra che la sessualità non faccia più questione.
Siamo allora anacronistici se sentiamo l'esigenza di tornare a riflettere un po' su questa tematica?
A noi sembra che sia più che mai vitale riflettere su ciò che sta succedendo.
Partiamo da un assunto: attualmente la sessualità, e ciò che rappresenta, sta vivendo momenti di grande confusione e quello che emerge è un vissuto sessuale caratterizzato da un grande senso di smarrimento.
Volendo fare una breve disamina potremmo rilevare due aspetti che stanno impoverendo e inaridendo la sessualità con tutte le conseguenze che questo comporta in termini di violenza e di perversioni: l'aspetto utilitaristico e l'aspetto consumistico. Entrambi questi aspetti hanno in comune il godimento o meglio l'imperativo "Godi".
Quando si parla di godimento ciò che è messo in primo piano in assoluto è l'idea che se il corpo gode l'individuo ha accesso al ben-essere. Questa concezione che tutto deve essere incentrato sul corpo e sulla sua immagine rimanda ad una idea estremamente riduttiva e quanto meno utopica che il soddisfacimento, nel nostro caso sessuale, possa far realizzare il sogno della completezza, del tutto subito dove niente è impossibile da ottenere. Per quanto concerne l'aspetto utilitaristico quest'ultimo trova il suo appoggio e la sua giustificazione e dunque anche la sua ufficialità nella medicina stessa, quanto mai incentrata e focalizzata sul corpo solo come assemblaggio di elementi vale a dire organi e apparati.
Cosa ci dice la medicina: Fare sesso è utile. La salute del corpo passa anche attraverso il sesso: ciò ha fatto si che la medicina inserisse anche il sesso nel campo della prevenzione. Sembra che praticare la sessualità porti al miglioramento dell'umore, aumenti la produzione delle endorfine deputate al contenimento del dolore fisico, rilassi la muscolatura e così via. Fare sesso è diventato una cura preventiva. Quello che si denota dunque all'interno dell'aspetto utilitaristico prospettato dalla medicina è un orientamento riduttivo della sessualità dove lo stare bene o ben-essere lo si persegue soddisfacendo una pulsione la quale oltre a concretizzare un godimento immediato garantisce anche, attraverso una scarica ormonale, una prevenzione a largo spettro dell'organismo.
L'altro aspetto a cui vogliamo fare riferimento è quello consumistico. Il sesso come un bene di consumo.
In questo senso siamo sicuramente inseriti nell'epoca giusta: il mercato offre una moltitudine di oggetti di consumo perché non offrire anche il sesso!
Il linguaggio dell'immagine è strabordante di oggetti. La pubblicità, la televisione, internet, i nuovi siti come Face Book, siti pornografici etc. tutto viene offerto e tutto è a portata dello Sguardo.
Basta un clic per entrare in questa realtà virtuale dove si può accedere a tutto un mondo immaginario che permette di concretizzare godimenti immediati che non richiedono la presenza reale dell'Altro.
Il consumo del sesso come oggetto può benissimo realizzarsi in maniera "autistica" e questo vale per tutte le età.
Il sesso come oggetto di consumo non richiede nessuno sforzo di natura relazionale.
E sotto questo aspetto quando soprattutto i giovani, gli adolescenti, si trovano ad impattare con l'altro sesso non sono più in grado di avviare nessuna forma di discorso ma l'altro viene ad incarnare quell'immagine di oggetto che deve essere consumato per raggiungere quel godimento immediato che il corpo esige in maniera compulsiva e troppo spesso questo avviene attraverso la violenza.
C'è un ulteriore aspetto che in questi contesti va evidenziato: vale a dire che escludendo l'altro, o meglio facendone uso d'oggetto, l'appagamento della "scarica sessuale" non trova riscontro neanche in via immaginaria: non c'è niente che rappresenta tale appagamento ed allora molti ragazzi ricorrono all'immagine che appare ripresa sul telefonino e questa viene ad essere il "bollino di garanzia" di ciò che si è appena vissuto.
Questi due aspetti riguardanti la sessualità ci rimandano ad un uso della stessa estrapolata da ogni implicazione soggettiva.
Il riduzionismo di cui il sesso è stato fatto oggetto sia sul versante utilitaristico che su quello consumistico ha fatto si che lo stesso sembra oggi essere vissuto solo come riproposizione istintuale, laddove l'unico utilizzo necessario sembra essere quello del linguaggio dell'immagine.
Il linguaggio dell'immagine "cattura" attraverso una visione di corpi "sani e belli" da imitare e con cui dover competere; ed è proprio questa tensione ansiogena della competizione che sta facendo registrare un aumento dell'impotenza maschile con tutte le conseguenze psichiche che comporta.
A questo punto riteniamo che forse è il caso di tornare ad interrogarci sulla questione sessuale, laddove la sua oggettivazione ai fini utilitaristici e consumistici sta comportando una alienazione del soggetto non più in grado di costruire una sua sessualità del tutto intimistica e personale, non sottoposta a comparazioni né tanto meno a sterili competizioni. La sessualità come qualsiasi altra cosa che sia appannaggio del soggetto in quanto umano necessita della costruzione di una acquisizione di senso, quel senso che consente ad ognuno di avviarsi alla scoperta dell'Altro, al desiderio della scoperta dell'Altro con cui iniziare e dare vita ad un incontro che possa risultare essere "il buon incontro."
Dott. Maria Marcella Cingolani