D. Velázquez
Si può definire la depressione come una alterazione dell'immagine e dell'affermazione di SE'.
A tutt'oggi la depressione si propone come un sintomo sociale e di massa, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità rilevandone l'alto grado di diffusione ( si calcola che nel mondo ci siano 330 milioni di depressi) l' ha elevata al rango di malattia del nostro tempo, una specie di "virus contagioso".
La biomedicina sta tentando di rintracciarne la causa a livello molecolare, un pò come la crescita molecolare nei tumori ma, nel caso della depressione, ciò che è disagiato non è il corpo quanto il pensiero e dunque considerato che non c'è niente di più peculiare del pensiero non è possibile ricondurre la depressione ad una causa comune, uguale per tutti.
La tristezza deriva dal pensiero.
Allora è proprio l'aspetto soggettivo che non consente di trovare in questo fenomeno cause comuni.
Dunque la depressione non è l'origine ma uno stato che manifesta l'esigenza di ogni Soggetto di SAPERE, di CAPIRE cosa gli sta capitando, perchè percepisce un senso di inadeguatezza rispetto al vivere che lo circonda, perchè il "Senso" che l'aveva sostenuto rispetto alle sue scelte è venuto meno tanto da viverlo come un "Non senso".
A questa sensazione di inadeguatezza, nel Soggetto, si manifesta anche un sentimento di colpevolezza difronte al contesto sociale, familiare, relazionale in cui vive.
La domanda primaria che un soggetto depresso si pone è: Cosa mi sta capitando, perchè tutto ciò che faccio non ha più senso per me
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Potremo a questo punto dire che lo stato depressivo, la posizione depressiva è l'espressione di un malessere, di un disagio in cui un Soggetto viene a trovarsi, laddove nel linguaggio che lo circonda, non trova più le sue coordinate, non ci riscontra più il suo desiderio.
Nel fenomeno depressivo è fondamentale l'intervento di "Parola" in cui si dia la possibilità al Soggetto di interrogarsi sulla causalità psichica della sua tristezza, sulla sua soggettività quando il discorso, la parola dell'Altro familiare, sociale ha perso senso per lui.
Nel contesto attuale in cui si mettono in primo piano l'avere, i bisogni uguali per tutti mascherati di desiderio, la competizione a tutti i costi a sostegno di una immagine da previligiare piuttosto che soffermarsi su contenuti da scoprire, il dilagare di questo fenomeno rispecchia la difficoltà di ognuno di poter trovare un luogo d'ascolto, un tempo per poter ritrovarsi.