Sintomatologia e cause della Anoressia e Bulimia

Scultura: Busto di Giano Bifronte

Giano Bifronte

Anoressia e bulima: due facce della stessa medaglia

Anoressia e Bulimia potremmo definirle la doppia faccia della stessa medaglia: un Giano Bifronte.
Entrambe vedono nel cibo un sostituto di ciò che sentono mancante: l'amore, quella domanda d'amore che non si satura mai...

Bulimia

Nel caso della bulimia la domanda d'amore che non si riesce a colmare viene incarnata dall'oggetto cibo in un tentativo di trovare in tale oggetto quella mancanza mai soddisfatta; allora al soggetto bulimico non resta che aumentare il consumo della sostanza stessa in maniera frenetica, in una forma di divoramento senza limite e ancora, ancora fino al vomito, al disgusto.

Anoressia

Nel caso dell'anoressia l'insoddisfazione rispetto alla domanda d'amore passa attraverso la forma della protesta laddove nessun oggetto - in questo caso nessun oggetto cibo - può sopperire, può saziare l'anelito di tale domanda.
Il soggetto anoressico mette in atto nel rifiuto del cibo tutta la sua energia per mostrare nel corpo magro l'immagine pura del suo essere che vuole essere amato fino "all'osso".

L'aumento attuale del fenomeno anoressico-bulimico ma soprattutto la manifestazione anoressica trova rispondenza in quell' "osso" che l'immagine del modello attuale di bellezza rimanda in maniera ridondante attraverso i Mass-Media, un modello che rafforza in via immaginaria quel desiderio puro di amore bramato, anelato, come se il discorso delle immagini fosse una conferma esterna alla questione interna, Freud direbbe inconscia, del soggetto anoressico stesso.

Se in passato erano per lo più donne, soprattutto ragazze in età adolescenziale, a manifestare il loro disagio, la loro sofferenza attraverso il sintomo anoressico-bulimico, oggi anche i bambini e i ragazzi non sembrano più essere "immuni" da tale fenomeno.

Intervenire in termini medici, vale a dire con orientamenti e cure centrate sul corpo, anche se situazioni estreme richiedono interventi altrettanto estremi, non consente di fare i conti con ciò che permane, vale a dire la causa psichica.
È fondamentale un intervento di parola che chiama in causa il soggetto, che lo porti ad implicarsi sulla questione che lo riguarda per arrivare ad interrogarsi con quanto di più profondo c'è nel suo essere persona.