C. Monet
Attualmente la Società offre una "super-abbondanza" sia di sostanze che di oggetti.
Ogni nuovo nato che si affaccia al mondo si trova sommerso, invaso da una martellante propaganda sull’utilità “vitale”, per il raggiungimento di una ipotetica felicità sia, dell’une che degli altri.
Le sostanze (droghe, alcool, etc..), gli oggetti (PC: telefonini, gioghi, slot-machine etc) vengono a rappresentare "BISOGNI" di sopravvivenza, godimenti da cui non si può più farne a meno: il godimento non si esaurisce mai, è famelico, non si sazia mai.
Tutto questo comporta una convinzione di incapacità da parte di ogni soggetto di poter costruire una propria modalità di essere nel mondo, una convinzione di incapacità di elaborare scelte, espressioni di un desiderio che possa essere alla base di una prospettiva , di una proiezione di come voler "ESSERE" e di cosa volerne fare della propria esistenza.
Se si ascoltano i nostri giovani nella maggior parte di loro tutto viene vissuto, con il sostegno o delle sostanze ("lo sballo" e dunque al di fuori di se stessi) o con gli oggetti (e dunque in una realtà immaginaria) nell'immediato presente come se la vita si dovesse esaurire nel qui ed ora.